Bagno Vignoni e le acque termali
A partire dalla vasca medioevale al centro della piazza, le acque termali sono protagoniste della storia e della natura di Bagno Vignoni.
La Piazza delle Sorgenti, al centro del borgo di Bagno Vignoni, è occupata da una grande vasca medievale, dove l’acqua sgorga dalla sorgente termale e fumiga lentamente, creando un’atmosfera fiabesca che ha stupito i viaggiatori di ogni tempo. Attorno alla vasca si affacciano gli edifici rinascimentali ed il bel loggiato di Santa Caterina da Siena, che conferiscono alla piazza una grande eleganza. Le acque si dirigono verso la vicina rupe, che conserva antichi mulini sotterranei con le loro vasche di accumulo, mentre altre acque alimentano gli stabilimenti termali nati nel piccolo borgo. Il tutto è immerso in un paesaggio suggestivo, dove fare una bella passeggiata lungo sentieri segnati. Gli etruschi prima e successivamente i romani frequentavano volentieri il territorio di Bagno Vignoni e furono proprio i romani i primi furono a sviluppare un’idea curativa e sociale delle acque. La presenza di terme romane è confermata dalle tracce di un’area sacra consacrata alle acque, agli dei, alle sacre “ninfe tutelari del bagno” come testimonia l’iscrizione che si trova all’interno dello stabilimento termale – la quale Lucio Trebonio Paterno pose come ex voto in seguito alla riacquistata salute.
Il periodo di maggior prestigio delle Terme di Bagno Vignoni e legato al periodo di governo da parte dello stato senese. Da un’ampia letteratura e da numerose fonti su il “Bagno di Vignoni”, emerge l’importanza del luogo e dell’uso terapeutico delle acque per i trattamenti balneofangoterapeutici fin dal 1170, quando l’Imperatore Federico II ne conferì il “feudo” al cardinale Unifredo. L’attività dello stabilimento termale nel medioevo risulta da una descrizione di Simone di M. Iacono Tondi che scrisse al magistrato di Siena nel 1334. “Primieramente il Bagno di Vignone, così nominato dal Castello ivi vicino è accomodato e circondato di palazzi e di osterie e ha una Cappella nel mezzo. E’ di figura quadrata, tutto bello, divisa la fonte in due parti, che col tetto difende dalla pioggia gl’inermi che ivi dentro si bagnano; ma sono per tutto luoghi da ritirarsi, dove ascosi e guardati possono uomini e donne bagnarsi. Prendono quelle acque la virtù loro dal ferro, dall’albume e da poco rame, con mischianza di oro e di argento. Conferiscono al fegato, alla milza e allo stomaco, stemperato e a tutte le membra che concorrono al nutrimento”.
La fama di cui godeva Bagno Vignoni è testimoniata dai personaggi illustri che vi soggiornavano e si curavano con le sue acque. La Santa Patrona d’Italia, Caterina Benincasa, alla quale lo stabilimento termale è intitolato, vi soggiornò fra il 1362 ed il 1367 condotta dalla madre nell’intento di distrarla dalla vocazione religiosa ed invece la santa giovinetta uso le acque bollenti come strumento di penitenza. Il papa Pio II fece costruire, nella piazza delle Sorgenti al lato della vasca, fra il 1459 e il 1463 dall’architetto “Rossellino” il Palazzo Piccolomini, caratterizzato dalla facciata del primo piano in travertino bugnato e il secondo piano in travertino liscio mentre il terzo piano è stato aggiunto nell’ultimo dopoguerra. Nel 1490 Lorenzo dei Medici fece ampio uso dei bagni per curare la sua artrite e successivamente nel 1581 Michel de Montaigne fa menzione nei suoi “Diari di viaggio in Italia” del passaggio a Bagno Vignoni. La struttura termale attuale ha delle caratteristiche diverse da quelle descritte nel passato infatti la grande vasca in blocchi di travertino misura 49 metri di lunghezza per 29 metri di larghezza dalla quale sgorgano varie sorgenti fra le quali la più importante ad una temperatura di circa 52 gradi per una portata complessiva di circa venti litri al secondo. Le acque bicarbonalfato-alcalino terrose-ipertermiche, sono ancora utilizzate per trattamenti del benessere e to-soper la cura delle patologie artroreumatiche attraverso trattamenti di balneo-fangoterapia.