Aleardo Monaci – Il pittore contadino
Nel 1908 presso il podere la Gelata, nel comune di Castiglione d’Orcia, nasce Aleardo Monaci. Gli anni dell’infanzia di Aleardo trascorsero serenamente aiutando il padre in piccoli lavori presso i campi o all’interno di una piccola osteria, annessa alla casa e gestita dai genitori, che offriva ospitalità e stallaggio ai barrocciai che erano diretti alla stazione ferroviaria di Monte Amiata. Nel 1915, con lo scoppio della guerra, il padre dovette partire e le cose cambiarono molto per il piccolo Aleardo, che oltre ad aiutare la madre con l’osteria, doveva pensare ai due fratelli più piccoli, ad accudire il bestiame e badare le pecore.
Con il passare del tempo in Aleardo nasceva la voglia di imparare a leggere e scrivere, ma purtroppo, le condizioni economiche familiari e i grandi impegni di lavoro presso il podere non glielo permisero.
Le sue prime espressioni nel disegno si ebbero mentre era di guardia alle pecore, infatti attraverso un bastoncino di legno, riproduceva sulla terra l’ambiente che lo circondava.
Un giorno questi disegni, catturarono l’attenzione di due signore che stavano passeggiando, che esclamarono “ guarda che bella pecorina che ha disegnato questo bambino” “anche Giotto era un pecoraio e poi è diventato un grande pittore”. Le parole delle due signore rimasero per sempre impresse nella memoria di Aleardo che ha sempre considerato questo episodio come il suo primo incontro con il mondo dell’arte.
Nel 1919 con il ritorno dal fronte del padre, vista l’insistenza e il desiderio di conoscenza di Aleardo, i genitori decisero di mandarlo con molte difficoltà a scuola.
Preso il diploma di licenza elementare, si dedicò a molti lavori, dal calzolaio al manovale, da merciaio a fornaciaio per poi specializzarsi, con tanto di diploma rilasciato dal comune di Castiglione d’Orcia, come muratore e imbianchino.
Nel 1928 fu chiamato a svolgere il sevizio militare, e grazie all’attestato di muratore e imbianchino, fu destinato a riparare le caserme e rinfrescare le scuderie a Firenze.
Il soggiorno nella città, permise ad Aleardo di conoscere l’arte, visitare musei, partecipare a manifestazioni culturale e finalmente conoscere il personaggio e le opere di Giotto che avevano provocato in lui tanta curiosità fin da piccolo.
Nel 1930 con il rientro nella sua terra natale, continuò a svolgere il suo lavoro di muratore e manovale presso le abitazioni vicine e nei pochi momenti liberi incomincia la sua attività di pittore, prediligendo i paesaggi, i ritratti, gli animali, insomma l’ambiente che lo circonda. Cominciano proprio in questi anni le sue prime esposizioni e mostre nell’ambito provinciale e interprovinciale e per Aleardo arrivano i primi riconoscimenti e guadagni dalle vendite dei quadri.
Nel 1941, la guerra era alle porte e infatti Aleardo fu chiamato alle armi, lasciando una moglie in attesa del primo figlio e una nuova casa ancora da completare.
Soltanto dopo lunghi quattro anni riuscì finalmente a tornare nella sua terra natia, dove purtroppo trovò la casa distrutta e anche la maggior parte delle tele che erano il frutto di quindici anni di lavoro.
Rientrato, riprende le sue attività nei campi, nella sua bottega e nella pittura.
Gli anni successivi furono ricchi di impegni e di gran successo per Aleardo che oltre ad esporre in molte città italiane, Firenze, Roma, Bari, ebbe la possibilità di poter partecipare a molte mostre anche all’estero, New York, Londra, Parigi, Lussemburgo, dove ottenne numerosi riconoscimenti.
Il pittore contadino morì nel 1989.