Gli Horti leonini, nati dall’estro di Diomede Leoni
Il capolavoro degli Horti Leonini, ispirati dai viaggi e nati dall’estro intellettuale di Diomede Leonini, tra i più illustri testimoni della cultura del Cinquecento.
La vita, gli interessi, i viaggi di Diomede Leoni hanno sicuramente ispirato la creazione degli Horti leonini, i giardini visitabili a San Quirico d’Orcia, dove nacque nel 1514, figlio illegittimo del notaio Cristofaro Francesco del Fuoco. Verso la metà del secolo, durante il periodo delle ostilità tra Siena e Firenze, Diomede Leoni si sposta lontano dalla sua terra, precisamente a Parigi, per fare poi ritorno a San Quirico solamente una decina di anni dopo. Rientrato in patria, trova una situazione disastrosa: le invasioni avevano infatti causato innumerevoli e cospicui danni a tutto il territorio, specie alla Torre del Cassero, al sistema di mura fortificate della città e ad alcune parti della proprietà da lui posseduta – corrispondente ad una porzione degli odierni Horti leonini, donatagli nel 1522. Egli si prodiga dunque per restaurare la sua proprietà, e nel frattempo acquista piccole parti di terreno confinanti, con l’obiettivo finale di dare vita a quello che sarà il suo meraviglioso giardino, oggi conosciuto in tutto il mondo.
Il giardino degli Horti Leonini.
Foto di Alberto Pescucci
Nonostante sia molto legato alla sua terra natale, Leoni trascorre la maggior parte della sua maturità a Roma, dove lavora prima presso la corte del cardinale Luigi Cornaro e successivamente presso la corte dei Medici ed altre famiglie nobili. Il suo soggiorno a Roma è fondamentale per la sua carriera, in quanto gli permette di avvicinarsi agli ambienti del Vaticano, tanto da riuscire ad assistere – nel 1560 – al cantiere della Basilica di San Pietro sotto la direzione di Michelangelo Buonarroti in persona, con il quale stringe un rapporto di amicizia e collaborazione che durerà fino alla morte dell’artista nel 1564.
Anche dalle lettere lasciate da Leoni, si evince questa sua intensa partecipazione alla vita artistica e culturale del tempo: è proprio questo che lo spinge all’ideazione del suo famoso giardino, la cui costruzione inizia appunto tra il 1567-68, periodo nel quale aveva lasciato Roma per fare ritorno a San Quirico. Viste le forti somiglianze, dal punto di vista progettuale, tra la Piazza del Campidoglio – una delle più grandi opere romane di Michelangelo – e gli Horti Leonini, come ad esempio le mura di contorno aperte verso il fondale, la forma e le misure degli spazi, è stato più volte ipotizzato che sia stato proprio Michelangelo a progettare, o almeno ad abbozzare, quel grande capolavoro che sono gli Horti Leonini.
Il giardino degli Horti Leonini.
Foto di Mario Llorca
Sulla facciata della piccola chiesa di Santa Maria, è presente una targa che recita: “Diomede Leoni, ritenendo che il pensiero della morte sia utilissimo per concludere al meglio la vita, pose questa lapide a se stesso da vivo all’età di 63 anni, nel 1577. Visse ancora anni, mesi, giorni”. Egli la applicò nella speranza che i posteri la completassero in seguito con la data della sua morte, anche se purtroppo non fu mai portata a termine. Non abbiamo infatti dati certi sulla sua morte – si ipotizza che sia avvenuta nell’anno 1590 – ma una cosa è certa: la grande opera di Leoni ha contribuito, e contribuisce ancora oggi, a rendere il suo nome uno dei più importanti della tradizione toscana cinquecentesca. Attualmente gli Horti Leonini sono visitabili e ospitano da anni la manifestazione artistica Forme nel Verde.